Conclusione delle celebrazioni del centenario di San Clemente Maria Hofbauer come Patrono di Vienna

Conclusione delle celebrazioni del centenario di

San Clemente Maria Hofbauer

come Patrono di Vienna

 Vienna, 15.06.2014

Questo giorno, a Vienna, c’erano molti ospiti provenienti dall’Austria e dall’estero, che hanno partecipato alla “city celebration”, la festa di chiusura dell’Anno di San Clemente Hofbauer. Tra loro c’erano i Provinciali e vicari dalle Province limitrofi di San Clemente: Monaco di Baviera, Bratislava, Praga, Varsavia, Lviv e Danimarca. C’erano anche molti rappresentanti delle altre Congregazioni religiose, degli oblati e dei collaboratori della Congregazione, delle autorità pubbliche e della Chiesa di Vienna. Il Padre Generale, Michael Brehl, è stato l’ospite d’onore e anche il celebrante principale della messa solenne nella chiesa di Santa Maria in Vienna-Hernals.

Questa messa celebrata nella chiesa mariana dedicata a Maria Madre del Perpetuo Soccorso è stata una vera festa delle generazioni (compresi i bambini, studenti, giovani, cori e tanti amici della Congregazione).

Padre Generale, Michael Brehl, ha detto nel suo sermone…

Padre Brehl, nel suo sermone tenuto in inglese, ha sottolineato tre dimensioni del Santo Patrono di Vienna.

“San Clemente M. Hofbauer è un Santo molto umano con il grande dono dell’amicizia. Era una grande persona orante che può anche oggi insegnarci come dobbiamo pregare. È anche un Santo moderno, perché ci ha mostrato come possiamo svolgere la nostra vita quotidiana come cristiani. Lui non ha mai preteso da altri ciò che lui stesso non ha fatto”.

San Clemente si distingue per una spiritualità “discesa a terra” e una spiritualità pratica.

Padre Brehl ha detto ai numerosi bambini che sono venuti alla festa: “Clemente ha sentito dentro di sé che il tabernacolo è in noi, che portiamo e incontriamo Gesù in noi. Ovunque Clemente è stato, ha parlato a Gesù come ad un amico”.

Semplice ed esemplare

Padre Brehl, ha particolarmente sottolineato, nel suo amichevole modo, il fatto “che Clemente è stato in grado di raggiungere le persone, perché lo faceva in modo che tutti potessero capire. Usava un linguaggio semplice e dava un esempio vissuto.

“Inoltre, in un’epoca di nazionalismo, tutte le case da lui fondate dovevano essere a carattere internazionale, in modo che potessero rivelare un effetto riconciliatore.

Padre Brehl ha particolarmente sottolineato, “che in un tempo di clericalismo, Clemente assegnava ai fedeli ed ai battezzati un ruolo importante nella celebrazione della santa messa e nella predicazione”. Tutti devono predicare il Vangelo nella liturgia. Il Vangelo deve essere “ri-articolato” ad ogni generazione.

In sintesi, il Superiore Generale da Roma, vorrebbe che i partecipanti conoscano di più san Clemente: “Si tratta di tutta la persona; la maniera di vivere l’amicizia in modo molto specifico. Dio è attivo nella nostra vita…”

Sotto la tenda allestita per la celebrazione, il Superiore Generale ha dato un rapido sguardo sulla Congregazione presente in tutto il mondo. “In Asia, noi cresciamo molto rapidamente e dobbiamo pensare alla creazione delle strutture adeguate. Allo stesso modo in Africa, dove incontriamo direttamente la povertà. È molto positivo di vedere che tante donne e uomini, come battezzati, vivono, in tutto il mondo, la loro vocazione responsabilmente e seriamente, in accordo al proprio stato di vita. I collaboratori sono una benedizione per la nostra comunità missionaria”.

Andare verso gli emarginati

In un’intervista concessa al Klemensblätter (il bollettino della Provincia di Vienna), il Superiore Generale aveva rilevato: “La Congregazione deve mettere i poveri al centro di tutti i suoi sforzi”. “Quando il Papa Francesco ci chiama ad andare agli emarginati, agli abbandonati e ai poveri, allora, questo vuol dire andare al cuore della vocazione dei missionari redentoristi” – ha detto padre Brehl. “I Redentoristi devono stare dalla parte dei poveri; dobbiamo rimanere alla periferia e vicino agli abbandonati. Questo è valido per noi che siamo nella città di Vienna o nei villaggi di Austria; questo vale anche per la città di New York e par la regione amazzonica”.

Vienna 2

“Non rimanere con le ceneri, ma portare di nuovo il fuoco”

Il Provinciale di Vienna, Padre Lorenz Voith, nel suo discorso ha ringraziato tutti i numerosi ospiti provenienti dall’Austria e dall’estero, nonché per la preparazione e l’attuazione di questa celebrazione in Hernals.

Alcuni brani tratti dal suo discorso

Quasi 90 anni dopo la morte del Clemente, la Chiesa di Vienna, ha introdotto – con importante supporto di persone influenti – questa iniziativa a Roma. Un apprezzamento per questo Santo, che non è sempre stato un Santo comodo, che le autorità statali tenevano sempre d’occhio e trattavano male, fino ad imprigionarlo.

Tutti voi conoscete almeno una parte della storia della sua movimentata vita…

Questo Santo rappresenta un genere di missionari, di cui oggi abbiamo bisogno più che mai.

Flessibile nei metodi pastorali, fedele alle radici, aperto ai segni dei tempi, ai bisogni del mondo, e nello stesso tempo dotato di una fede profonda e ben radicata.

Un pastore di città con moderna abilità

La sua casa qui a Vienna era un monastero ma senza clausura, aperto a molti… un punto di riferimento per giovani e vecchi, ricchi e poveri. Artisti, soldati, nobili, …

La sua piccola chiesa a Vienna pian piano diviene un centro di attrazione… diverso dalle altre …

Ed egli esce fuori – verso la periferia… continua la cura pastorale…

Se noi, Redentoristi, guardiamo questo grande Santo, che è rimasto sempre piuttosto “normale”, allora questo può diventare anche il nostro compito: missione, presenza nel mondo urbano.

Presenza in una città… dove coesistono sempre, fianco a fianco, l’apertura, l’anonimato, la distanza e allo stesso tempo l’abbandono….

Se noi Redentoristi guardiamo a questo grande Santo, questo non vuol dire che vogliamo guardare solo indietro e mantenere la nostra visuale nel passato. No.

Se celebriamo questa festa, allora questo vuol dire che:

“Non vogliamo rimanere con le ceneri, ma portare di nuovo il fuoco”

E questo fuoco era ed è attizzato in molte prospettive. Così, per esempio, con il lavoro qui, in questa chiesa mariana per molti decenni. Ma oggi, dove dobbiamo portare questo fuoco? In maniera molto diversa da quella di 20 o 40 anni fa…

Questo fuoco è stato acceso in apertura del grande centro di consulenza “Gesprächsinsel” nel centro della città. Ringraziamo Dio per i molti membri di altre Congregazioni religiose, istituti secolari e per i laici preparati.

Questo fuoco è riacceso in nuove forme di piccoli gruppi di consulenza, in ogni individuale iniziativa pastorale, …

Soprattutto, questo fuoco era e si trova in collaborazione con i laici, in associazioni, gruppi di amici, ecc. … Questo fuoco si manifesta spesso qui anche se non sempre in modo visibile alla maggioranza.

Dio piacendo, possiamo sempre accendere questo fuoco – cioè, lo Spirito Santo, la nostra spiritualità, il nostro carisma.

 Padre Lorenz Voith

Provinciale, Vienna

 Vedi:

               www.kathpress.at

               www.redemptoristen.com

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